L’IDENTITA’ DI GENERE

Quando vi siete resi conto di essere maschio o femmina?

L'identità di genere la riceviamo alla nascita e emerge in ambito sociale già dai primi anni di vita. Questa distinzione diventa rilevante nel gioco, nello sport e quando i bambini iniziano a dividersi in gruppi.

Le differenze che ci distinguono partono dalla differenza biologica e fisica ma anche dalle aspettative culturali per esempio nel modo di vestire, parlare, nelle varie attività e poi di conseguenza in età adulta. 

Che conseguenze ha essere maschio o femmina? 

Si tratta di una distinzione che forma il nostro senso di sé quindi questa distinzione costituisce ľidentità personale di un singolo individuo. Come identità di genere non si intende solo il sesso ma anche le caratteristiche che si attribuiscono al ruolo maschile o femminile.

DISTINZIONE TRA SESSO BIOLOGICO E IDENTITÀ DI GENERE 

Ogni individuo nasce dotato di sesso biologico, si diventa consapevoli dell’identità di genere all’età di circa due/tre anni, tale identità si rafforza poi durante la pubertà.
I genitori svolgono un ruolo importante nella definizione dell’identità di genere dei bambini: scelgono i primi giocattoli in cui la distinzione tra sessi è presente, oltre a oggetti di colore rosa/azzurro a seconda del sesso. 


L'opinione di Sigmund Freud

Secondo Freud l’identità sessuale nasce dalla presa di coscienza della propria anatomia, determinando quindi anche l’identità di genere.

Durante la crescita maschi e femmine raggiungono la fase di separazione spontanea più forte, stando in gruppi segregati e interagendo raramente con i coetanei dell’altro sesso.
Le femmine tendono a instaurare relazioni cooperative, a discutere in funzione di un accordo. Sin dalla nascita si mostrano più sensibili agli indizi sociali, come la voce o lo sguardo.
I maschi tendono maggiormente alla competizione
Le aspettative dei genitori non fanno che rinforzare questa differenza, considerando una figlia femmina come più sensibile, più empirica e relazionale.


NATURA E CULTURA

Il dibattito riguardante le differenze tra sessi, basate su cause naturali e cause culturali, ha guidato buona parte delle ricerche psicologiche su questo argomento. Infatti alcuni studiosi sostengono che la differenza tra abilità e pensiero nei due sessi siano determinati da fattori biologici e ormonali: le femmine sarebbe verbalmente più articolate e avrebbero meno problemi scolastici, invece i maschi avrebbero problemi di disciplina, ma sarebbero più bravi nel ragionamento spaziale e matematico. Tuttavia non dobbiamo pensare che le caratteristiche fisiologiche o biologiche siano immutabili, infatti sono solo predisposizioni e sono il comportamento e le abitudini a decidere se renderle reali o meno.

“Non si nasce donna, lo si diventa”

Simone de Beauvoir, nata nel 1908 e morta nel 1986, era un’intellettuale francese che sintetizzò il riconoscimento dell’influenza imposta dalla cultura e dalla società, che contribuisce l’adozione di modelli comportamentali maschili o femminili, che non c’entrano con la conformazione biologica.

Ogni persona finisce per incorporare il modello imposto dalla società in cui è nato ed esprime ciò che viene considerato attribuito al sesso femminile o al sesso maschile. 

Difatti ci rendiamo conto però che questi modelli cambiano nel tempo e nello spazio, quindi ci sarà differenza tra la società italiana di oggi e quella del secolo scorso, ed inoltre noteremo differenze anche tra la società italiana e quella iraniana.


Prima le donne e i bambini (Elena Gianini Belotti, 1980)

Il bambino riceve due diversi modelli affettivi dalla madre e del padre, infatti la madre tende ad assecondare il bisogno di tenerezza e il padre invece tende ad avere scambi corporei rappresentati dalla lotta e da giochi violenti.

Il bambino di conseguenza imparerà a distinguere i due modi per manifestare emotività e affetto, quello femminile dolce e carezzevole, e quello maschile duro e violento. 

In età precoce il bambino maschio si identifica con il genitore dello stesso sesso, e con gradualità ciò indurrà il bambino a staccarsi dalla madre e a contrapporsi a lei, e quando si uniformerà al modello maschile, ritenuto superiore, proverà disprezzo per lei come donna.

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